domenica 28 marzo 2010

«Dobbiamo credere ancora nella salvezza»


La prende con filosofia il Castrovillari. Il 3-1 al
D’Ippolito non migliora ma neanche peggiora lo stato di cose dei rossoneri
in fondo alla classifica. Unica piccola aggravante è che ora mancano
6 gare al termine. «Un po’ più di personalità da parte nostra poteva
anche starci. Però - ammette il tecnico pollinese che tornava dopo
un lustro al D’Ippolito essendo stato nell’era Mercuri allenatore della
Vigor Lamezia - è chiaro che non è che mi sento di rimproverare qualcosa
alla squadra. Forse la terza rete potevamo con più attenzione evitarla.
La cosa che spesso ripeto ai ragazzi è che spesso i gol ce li facciamo
da soli più che per merito degli avversari». Si è visto un Castrovillari
un po’ più reattivo e volitivo nella ripresa rispetto ad una prima parte
eccessivamente cauta. «Sì però è chiaro anche che questi eravamo, e
questo riusciamo a produrre. Non v’è dubbio che coltivavamo la segreta
speranza di poter muovere la classifica anche con un punticino che
ci avrebbe fatto moralmente comodo». Dalla tribuna è parso che nel
finale ci sia stato un alterco fra lei e Guastella. «No. Guastella mi aveva
detto che era nervoso e che subiva continue provocazioni e mi aveva
chiesto di uscire. Ma nulla più». Campionato compromesso per il ko
in casa con l’Acicatena? «Quello è stato un risultato deleterio. Anche
non perdere, paradossalmente, sarebbe stato buono. Però non possiamo
ritenerci condannati. Ci sono spiragli che noi abbiamo il dovere di
perseguire: non parlo di salvezza diretta chiaramente, ma di arrivare
a giocarci la permanenza ai playout». Quando poi gli chiediamo fa sperare
il Castrovillari nella lotta per la salvezza, risponde: «Abbiamo un
calendario con 3 gare in casa con Mazara, Viribus e Adrano. Avremo
la trasferte nel reggino e quella a Palazzolo all’ultima per cui credo che
potremo ancora fare quei punti che ci evitino la retrocessione diretta».
Castrovillari abituata a lottare per salvarsi con l’ausilio dei playout.
Può aiutare? «Beh questo non lo so. Però abbiamo ripeto il dovere ancora
di crederci».
calabriaora

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