
CASTROVILLARI Dopo
l’ennesima brutta prestazione
di quest’anno culminata in nove
uomini contro un Mazara di
certo non irresistibile, il Castrovillari
calcio si prepara a
una mesta retrocessione in Eccellenza,
nell’indifferenza della
città e delle istituzioni, nello
sconforto dei tifosi che a questo
punto sono convinti di non
vedere più il vecchio lupo rossonero
in campo. Anche il team
manager Paolo Salvaggio
ne ha per tutti e analizza il momento
di quella che una volta
era una squadra di calcio e una
società stimata in tutto il meridione.
Oggi sono rimasti pochissimi
soci a far sì che la
squadra non scompaia dalla
circolazione calcistica per la seconda
volta. E’ stato l’anno in
cui tutto è andato storto: da
qualche meteora d’inizio anno
che ha illuso i tifosi, ai tanti errori
di programmazione. «E’ il
coronamento di un anno balordo
che ci ha visto soccombere
su tutti i fronti sia come
società che come istituzioni,
basta guardare il campo: anche
i giocatori del Mazara si rifiutavano
di giocare». L’urlo di
aiuto: «La società si è ridotta
sempre più al lumicino tant’è
vero che trovate solo me al
campo. E’ la conclusione di un
anno da dimenticare anche se
sarà difficile che i castrovillaresi
dimentichino quello che è
successo: dalle promesse non
mantenute di Marrelli fino all’attuale
dirigenza che ogni
giorno è andata sempre più assottigliandosi.
Il calcio a Castrovillari
rispecchia quello che
è l’andamento di una città allo
sbando in tutti i sensi. Questa
è la realtà. Io spero che per il
prossimo anno ci siano cittadini
di Castrovillari che possano
prendere in mano la situazione
della squadra e ripartire
con nuovo vigore, con nuove
idee, con la mentalità giusta
per affrontare un campionato
di Eccellenza che non è meno
difficile di quello attuale: solo
così ci possiamo riprendere e
far ritornare il calcio a Castrovillari
». Poi conclude: «Il calcio
è come l’atletica leggera a volte
bisogna fare un salto indietro
per poter saltare in avanti.
Io spero che questo possa servire
anche ai castrovillaresi:
abbiamo fatto il passo indietro,
adesso dobbiamo solo cercare
di saltare in avanti».
calabriora
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